Immergermi negli archivi contenenti la storia della musica colta per selezionare il materiale che mi avrebbe fornito la possibilità di ricostruire le vicende narrate nei miei libri è stata realmente un’esperienza incredibile. Mai mi sarei immaginata di finirvi così tanto dentro, in preda ad una sindrome di Stendhal della musica fuori dal comune. Questo perché la scelta che mi ero imposta, nel momento in cui ho pensato di scrivere la mia serie, era di raccontare le prime esecuzioni di grandi opere musicali costruendo un puzzle di fonti tratte esclusivamente da pubblicazioni e documenti dell’epoca. Significava andare a cercare le informazioni documentate il più possibile nei giorni in cui si era svolto quell’evento, sapendo che ciò avrebbe contribuito alla massima sincerità della narrazione.
Partendo dalla volontà di ricostruire la spericolata première del 4 dicembre 1881 a Vienna del sublime Concerto per Violino e Orchestra, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, ho cominciato a setacciare notizie sul grande compositore russo e sulla storia di quell’opera indagando nelle prime biografie uscite in quegli anni. Tra le pagine dei libri, che scorrevo smaniosamente avanti e indietro, sono presto saltati fuori i richiami alle lettere che il compositore inviava e riceveva praticamente ogni giorno, dalle quali pian piano emergeva la storia reale della sua vita perché scritta con le sue stesse mani senza alcuna mediazione e stratificazione storiografica. Ho proseguito poi ad indagare anche sulla biografia di Adolph Brodsky, il coraggioso primo interprete del Concerto, e sulla sua attività epistolare fino a scoprire aneddoti, progetti, racconti di viaggi, desideri, elementi di vita quotidiana del grande violinista.

Ma la vera folgorazione l’ho avuta in un giorno d’estate a Werningrode, splendida cittadina tedesca dove ero in vacanza, quando, seduta ad un tavolino del meraviglioso Cafe Wien intenta nella scrittura delle bozze del mio primo libro della serie, mi è capitata tra le mani una rivista zeppa di recensioni relative a concerti di musica classica organizzati a Werningrode e dintorni in quella settimana. Mentre leggevo quelle recensioni si è accesa in me un’intuizione: volendo ricostruire la cronaca della prima esecuzione del Concerto per Violino e Orchestra, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, in quel lontano 4 dicembre 1881, perché non andare a cercarla all’interno delle recensioni di quel concerto sulle riviste e sui quotidiani usciti nei giorni successivi all’evento? In quelle descrizioni così “calde”, scritte per mano di chi era presente in quella sala, in quel giorno e in quell’istante, ci doveva essere tutta la première e per di più “in diretta”!
Da quel giorno mi sono tuffata a capofitto negli archivi, pronta a tirar giù dagli scaffali tutte le riviste musicali uscite a Vienna, in Austria, ma anche in Europa nei giorni successivi al 4 dicembre 1881 con la speranza di imbattermi negli articoli sul quel concerto. Non è stato facile, ma alla fine qualcosa sono riuscita a trovare! L’aspetto più affascinante è che, trattandosi della prima di un’opera inedita e quindi sconosciuta in quel momento, nessuno, neanche i più valenti giornalisti ed esperti musicali potevano immaginare che ciò che erano stati chiamati a descrivere ai propri lettori sarebbe poi diventato un capolavoro per l’umanità. Anzi, tra tutte le critiche che sono riuscita a dissotterrare dagli archivi della stampa dell’epoca ce ne erano alcune estremamente negative, che in quei giorni si sono abbattute come fulmini sul compositore e sulla sua opera; altre completamente “indifferenti” che riportavano tiepidamente la notizia del concerto, dispensando risalto e attenzione verso altri concerti di quella giornata.
La caccia alle riviste è stata realmente avvincente e seducente e le recensioni ritrovate mi hanno permesso di ricreare la cronaca della première dell’opera, fornendo al lettore uno sguardo chiaro e limpido su cosa fosse successo in quel giorno, a quell’ora, all’interno di quella sala. Scoprire tali descrizioni sui giornali dell’epoca, incrociare i fatti raccontati con i documenti ritrovati, integrare le informazioni con gli aneddoti desunti dalle centinaia di lettere scritte e ricevute dagli attori coinvolti nella storia, è stato il mio pane quotidiano per giorni, settimane, mesi. E tutto ciò mi ha letteralmente trasportata in quel mondo, alimentando in me emozioni straordinarie che spero possano essere condivise con i lettori dei miei libri.
Elettra Marzano