Il coraggio della bellezza

Vienna, 4 dicembre 1881 ore 11:00

di Elettra Marzano

«Buon uomo, me lo riporti quando l’avrà riscritto per il violino, così com’è ora è semplicemente ineseguibile». Così Leopold Auer dio del volino in Russia liquidava, sprezzante, un giovane Pëtr Il’ič Čajkovskij reo di aver pensato a lui come primo esecutore del suo nuovo Concerto per Violino e Orchestra. (Continua...)

Quel Concerto, dalle insormontabili difficoltà tecniche, faceva paura. Nessuno lo voleva suonare. E se non fosse stato per un violinista coraggioso e visionario come Adolph Brodsky, il mondo non si sarebbe mai beato di tanta bellezza.
Questa è la storia di un istante, quello che precede la prima assoluta di un capolavoro. Un istante magico pieno di estremo coraggio, volontà, genialità e voglia di vita.

Il lettore viene trasportato nell’atmosfera sospesa che pervadeva, il 4 dicembre del 1881, l’animo di Adolph Brodsky, giovane e promettente violinista, ma ancora poco conosciuto. La sua ansia frammista a una certa eccitazione è presto spiegata: il giovanotto ha ottenuto di potersi esibire sul palco della prestigiosissima Filarmonica di Vienna con un Concerto “maledetto”, incompreso, rifiutato da innumerevoli esecutori, tiratisi indietro davanti alla complessità e originalità della partitura e, infine, relegato in fondo a un cassetto dal suo stesso compositore. Stiamo parlando di uno dei pilastri della musica classica mondiale, il Concerto per Violino e Orchestra in RE maggiore, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovski.